TEATRO RAGAZZI: un lockdown indiretto
Questa lettera è stata spedita oggi al Ministro Franceschini, all’Anci e alla Commissione delle Attività Culturali della Conferenza delle Regioni. Un grido d’allarme per sottolineare come, nonostante l’apertura dei teatri sia iniziata il 15 giugno e anche a seguito dell’uscita del nuovo DPCM, il mondo del teatro ragazzi sta tornando ora ad uno stato di indiretto lockdown, per la specificità del suo rapporto con il pubblico, per la sua relazione privilegiata con il mondo della scuola, dell’infanzia e dell’adolescenza.
Gentilissimi,
Assitej Italia, Associazione italiana di Teatro per l’Infanzia e la Gioventù si è mobilitata fin dai primi giorni di confinamento a sostegno delle strutture e degli artisti della cultura rivolta all’infanzia e all’adolescenza.
Seguiamo con interesse il lavoro che AGIS e le altre associazioni di categoria stanno portando avanti,sostenendole nel loro impegno a favore della tutela delle imprese e dei lavoratori dello spettacolo e, in particolare, per quelli che si occupano di teatro ragazzi. Proprio in questa direzione, sentiamo l’urgenza di far sentire la nostra voce per ribadire quanto il nostro settore, lavorando principalmente con le scuole, sia oggi particolarmente colpito e come sia necessario attivare rapidamente delle politiche che incentivino la ripresa e la salvaguardia delle nostre attività.
Nonostante l’apertura dei teatri sia iniziata il 15 giugno, il mondo del teatro ragazzi sta tornando ora ad uno stato di indiretto lockdown, per la specificità del suo rapporto con il pubblico, per la sua relazione privilegiata con il mondo della scuola, per la peculiarità delle sue creazioni artistiche e culturali rivolte all’infanzia e all’adolescenza.
I bambini e gli adolescenti hanno subìto in modo particolare il confinamento, aggravato dall’ineguaglianza sociale, culturale e geografica che ancora per molti aspetti caratterizza il nostro paese e, per questo, crediamo che sarebbe necessario dare loro la giusta considerazione. Se la scuola sta riprendendo il suo posto nella loro quotidianità, l’esperienza sensibile e sociale che propone l’arte e lo spettacolo dal vivo nella loro vita è altrettanto necessaria. L’arte, mai come ora, deve essere tutelata e sostenuta per partecipare alla ricostruzione del vivere insieme, per superare questo periodo ansiogeno in cui l’Altro è sempre di più visto come una minaccia.
In questo contesto di crisi, durante l’estate, nonostante le difficoltà, come settore abbiamo fortemente perseguito la nostra mission di mettere in relazione l’opera e l’artista con le nuove generazioni e le loro famiglie. E tuttavia, se possibile, ora i tempi si fanno più bui. Si sente qua e là l’affermazione della necessità di una ripresa delle attività culturali con i bambini e dell’incontro di questi con l’arte e gli artisti anche all’interno dei loro percorsi educativi. Nella pratica, questa volontà resta teorica.
La molteplicità delle direttive più disparate a seconda del territorio e delle autonome decisioni dei dirigenti scolastici rispetto alla possibile presenza degli artisti dentro le strutture scolastiche e di aggregazione sociale, semina confusione e indebolisce i progetti. La scelta che sta prevalendo, rafforzata dal DPCM appena entrato in vigore, è quella di annullare qualsiasi attività non strettamente didattica e di vietare qualsiasi tipo di uscita scolastica. La messa a disposizione gratuita di registrazioni video degli spettacoli non può essere la risposta, né dal punto di vista culturale ed etico – professionale, né dal punto di vista della sostenibilità economica.
Ci teniamo a ricordare che i bambini sono anzitutto gli spettatori di oggi e non solamente quelli di domani.
E ci tocca constatare che di fronte ad un oggi così vuoto e senza prospettive, il futuro ci risulta ancora più inquietante. La desertificazione delle nostre strutture culturali rischia di essere catastrofica. Per i nostri luoghi, per gli artisti ma anche per il pubblico con cui lavoriamo: i bambini, i giovani, le scuole, le famiglie.
Il nostro è un grido d’allarme che lanciamo di fronte ad una situazione che alla lunga comprometterebbe il progetto politico di democratizzazione e di accesso alla cultura per tutti, fin dalla più tenera età.
Fin dalla primavera abbiamo lavorato per esigere una presa di responsabilità collettiva e solidale tra artisti e strutture, attraverso diverse iniziative. Adesso abbiamo bisogno di voi e vi chiediamo di prendere in considerazione questi aspetti, cruciali per il nostro settore:
– Un’attenzione particolare alle specificità del settore che rappresentiamo in tutta la sua diversità.
– L’apertura di un dialogo con il Ministero dell’Istruzione, in accordo con le altre associazioni nazionali che si occupano di arte per l’infanzia.
– Un ripensamento delle misure che permetterebbero l’uscita delle classi a teatro e l’entrata degli artisti e dei formatori nelle scuole.
– L’attivazione di processi di sostegno alle realtà che subiranno l’interruzione parziale o totale delle loro attività da qui alla fine di questo anno scolastico.
Una mobilitazione comune è indispensabile.
Vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione e porgiamo cordiali saluti
Linda Eroli
Presidente Assitej Italia
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